Un piccolo ma grande orgoglio italiano. Tutto il mondo oggi registra la contabilità utilizzando il metodo della partita doppia; il sistema della partita doppia è attribuito al genio aretino Fra’ Luca Bartolomeo de Pacioli. Nel suo trattato "Summa de Arithmetica, Geometria, Proportioni et Proportionalità" del1494 descrisse in modo sistematico le regole della doppia registrazione, che divennero la base della contabilità moderna. Tuttavia, Fra’ Pacioli non ha inventato il concetto di partita doppia da zero, il sistema era già in uso tra i mercanti veneziani e genovesi nel XIV secolo e Pacioli ha contribuito a codificarlo e diffonderlo.
Come si chiamano le due colonne portanti della contabilità? “Dare” e “Avere”. Due parole che dietro di loro nascondo il profondo significato della partita doppia. Purtroppo, all’estero i termini “dare” e “avere” sono sostituiti con degli aridi “credit” e “debit” che fanno perdere tutto il significato dei due termini storici.
Per capire l’origine dei due termini dobbiamo capire anzitutto come è nata la partita doppia. Provate a pensare un attimo: come rilevereste dei movimenti contabili senza la conoscenza di alcuna tecnica o schema? Con ogni probabilità per intuito iniziereste a rilevare in ordine cronologico entrate e uscite per verificare costantemente il vostro saldo di cassa. Nulla di sbagliato ma che informazioni si rischiano di perdere? Informazioni molto importanti perché non tutto ciò che accade in “azienda” si traduce immediatamente in una manifestazione finanziaria. Immaginate di vendere oggi ma di incassare fra 60 giorni.
Contabilmente sarebbe un bel problema; come ci ricordiamo che fra 60 giorni il cliente ci “deve dare” dei denari (“deve dare” non è scritto fra virgolette a caso, scopriremo fra poco il perché)? Dovremmo aprire mille schede clienti e fornitori per ricordarci chi “deve dare” e chi invece “deve avere”?
La partita doppia ha operato una piccola ma grande rivoluzione con un semplice concetto: le registrazioni contabili vanno effettuate quando accade un “fatto di gestione” e non quando si regista la manifestazione monetaria del fatto di gestione stesso.
Come fare allora? Ed ecco fare capolino il concetto di “dare” e avere”. I mercanti veneziani registravano i loro movimenti riferendosi sempre al soggetto terzo (cliente o fornitore) chiedendosi cosa il soggetto “dee dare” e “dee avere”. Se ci pensiamo altro non è che l’evoluzione del concetto latino “do ut des” una locuzione che esprime il principio della reciprocità, ovvero l'idea secondo cui una persona fornisce qualcosa ha l'aspettativa di ricevere qualcosa in cambio.
Ecco quindi che quando si opera una vendita con dilazione un cliente “dee dare” denaro in futuro (ecco il credito verso clienti che troviamo nei bilanci in “dare” dello stato patrimoniale) e “dee avere” la sua merce o servizio (ed ecco il nostro ricavo che ritroviamo in “avere” nei nostri conti economici odierni).
Così, quindi, quando si fa un acquisto che sarà pagato in futuro il fornitore “dee dare” la merce (ecco il costo di acquisto merci che troviamo nei bilanci in “dare” del conto economico) e “dee avere” il suo pagamento dilazionato (ed ecco il nostro debito verso fornitori che ritroviamo in “avere” nel passivo di stato patrimoniale).
Registrare la contabilità quindi su due colonne e appena il fatto di gestione avveniva consentiva di non perdere importanti informazioni. Quando ad esempio il cliente avrebbe pagato sarebbe bastato registrare l’incasso e chiudere il credito. Per chiudere il credito bastava operare una registrazione uguale e contraria ovvero registrare il cliente in avere. Il cliente infatti “dee dare” cassa contanti e “dee avere” la sua quietanza ovvero la cancellazione del credito nei nostri confronti. Ed ecco che la vendita si chiudeva con l’incasso del denaro.
Se ci pensiamo la partita doppia non solo ha cambiato l’ordine cronologico delle registrazioni ma ha anche creato dei nuovi “oggetti di conto” ovvero i conti contabili. Prima della partita doppia esisteva un unico conto ovvero il “conto cassa”; con l’avvento della partita doppia occorre creare molti più oggetti conto che riverberino i fatti di gestione, conto vendite, conto acquisti, conto crediti, conto debiti, conto cassa ecc.
Chiaramente col tempo “dee dare” e “dee avere” sono stati sostituiti coi più comodi dare e avere. Ma non solo, col tempo si è anche capito che attraverso la partita doppia si poteva isolare quanto si era guadagnato a prescindere dagli incassi e quanto era la situazione creditoria e debitoria rispetto al saldo cassa. Riuscite a leggere in quanto sopra l’avvento del criterio della competenza economica e della separazione dei conti fra economici e patrimoniali che danno origine ai nostri bilanci odierni? Ma questa… è un’altra storia!
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