Cosa sono gli adeguati assetti organizzativi?


Una “ricetta” complessa da preparare ma fondamentale per il successo.

Cosa sono gli adeguati assetti organizzativi?

Una “ricetta” complessa da preparare ma fondamentale per il successo.

Gli adeguati assetti organizzativi, come richiesto dal Codice della Crisi d'Impresa e dell'Insolvenza (CCII), possono sembrare un “piatto” articolato complesso che solo “i cuochi” più esperti di finanza aziendale sanno preparare.

Tuttavia, cercheremo di rendere la ricetta più digeribile per tutti, svelando come queste misure non siano altro che gli ingredienti segreti per una gestione aziendale di successo.

Pensate agli adeguati assetti organizzativi anche come al lievito dell’impresa: è un costo e un impegno ma, grazie ad essi, il business avrà ancora migliori possibilità di crescere.

Ma quali sono tutti gli "ingredienti magici"?

Essi sono rappresentati dal complesso sistema di allerta precoce (o “early warning indicators” per gli anglofili), che agiscono con l’obiettivo di avvertirvi dei pericoli finanziari ancor prima che essi si manifestino.

La lista degli ingredienti non è segreta, anzi, è riportata all’interno dell’art. 3 del Codice della Crisi di impresa e dell’insolvenza che ci chiede di avere a disposizione strumenti per:

  •  “rilevare eventuali squilibri di carattere patrimoniale o economico-finanziario, rapportati alle specifiche caratteristiche dell'impresa e dell'attività imprenditoriale svolta dal debitore;”

Come adempiamo a questo primo obbligo?

Se dobbiamo misurare le nostre performance per individuare squilibri, il modo migliore è dotarsi di un buon sistema di riclassificazione e analisi di bilancio per studiare i dati storici almeno con cadenza trimestrale.

Cosa ne deriva?

Che non possiamo certo attendere il bilancio annuale per capire come è andata la gestione né tantomeno affidare la contabilità all'esterno perché nella maggior parte dei casi rischieremmo di avere dati in grave ritardo.

L'analisi, inoltre, non può fermarsi all'esame del mero utile ma deve estendersi all'analisi della struttura patrimoniale, in particolare quella del debito finanziario nonché sull'effettiva capacità di produrre flussi di cassa che si evince dall'analisi del rendiconto finanziario.

  • “verificare la sostenibilità dei debiti e le prospettive di continuità aziendale almeno per i dodici mesi successivi e rilevare i segnali di cui al comma 4”

Questi sono fra degli “ingredienti” più difficili da trovare in azienda.

La verifica della sostenibilità dei debiti prospettica prevede di dotarsi di almeno due strumenti:

  1. il budget di tesoreria, per misurare la produzione e l’assorbimento di liquidità mese per mese e almeno per i tre mesi successivi al momento dell'analisi;
  2. il business plan, ovvero una proiezione economico patrimoniale e finanziaria almeno biennale, per misurare la capacità di rimborsare il debito finanziario nel rispetto dei piani di ammortamento concordati con i partner finanziari.

Perché abbiamo parlato di proiezione finanziaria almeno biennale quando è richiesta un'analisi relativa ai 12 mesi successivi?

Se ci pensiamo, un business plan redatto per l'intero esercizio diviene immediatamente insufficiente a coprire 12 mesi di previsione già trascorso il primo mese del nuovo anno. Redigere un business plan a due anni consente, invece, di aver sempre disponibili almeno 12 mesi di previsione futura.

E cosa prevede, invece, il “comma 4” dell’articolo 3 del CCII?

  • Costituiscono segnali per la previsione di cui al comma 3:
    • l'esistenza di debiti per retribuzioni scaduti da almeno trenta giorni pari a oltre la metà dell'ammontare complessivo mensile delle retribuzioni;
    • l'esistenza di debiti verso fornitori scaduti da almeno novanta giorni di ammontare superiore a quello dei debiti non scaduti;
    • l'esistenza di esposizioni nei confronti delle banche e degli altri intermediari finanziari che siano scadute da più di sessanta giorni o che abbiano superato da almeno sessanta giorni il limite degli affidamenti ottenuti in qualunque forma purché rappresentino complessivamente almeno il cinque per cento del totale delle esposizioni;
    • l'esistenza di una o più delle esposizioni debitorie previste dall'articolo 25 novies, comma 1.”

Il CCII ci chiede, in sostanza, di avere tutto in ordine, ovvero di essere regolari nel pagamento di dipendenti, fornitori, banche e fisco.

Quest'ultimo, il fisco, ha un articolo della norma dedicato proprio a sè stesso, si tratta dell'articolo 25 novies. Ove l'azienda fosse grave in ritardo nel versamento dell'imposta sul valore aggiunto, dei contributi sui dipendenti, di quanto è dovuto all'Inail nonché delle imposte sui redditi, sarebbe addirittura contattata da tali enti per richiamarla all'ordine e segnalare l'accensione di un'allerta.

Cosa abbiamo capito, quindi, in sintesi?

L'adozione di adeguati assetti organizzativi non è solo una formalità legale, ma il segreto per trasformare l’impresa in una realtà che resista al tempo e alle crisi e, perché no, tuteli anche gli amministratori da eventuali responsabilità per non aver adempiuto agli obblighi di legge.

Potrebbe interessarti

Vuoi ulteriori informazioni?
 


Scrivici

Ti chiamiamo noi?
 


Scegli quando

inFinance S.r.l. | via Domenichino 27 – 20149 Milano – Italy | tel. +39 02 86.89.17.63 – fax +39 02 86.89.17.64 | info@infinance.it
P.IVA 09220050968 – REA MI–2076529 | Capitale sociale € 50.000 i.v. | Informativa Privacy | Cookie policy